venerdì 28 marzo 2008

Capitolo XII, L'eterno ritorno...

Non ho mai compreso bene l'esigenza del ciclico e dell'eterno ritorno in filosofia; a mio avviso si basa su uno sfericentrismo inutile quando si parla di infinito (che senso ha trovare una forma nell'infinito se non quella infinitimente amorfica e ordinata degli infiniti infiniti di Cantor? ma mi rendo conto che questa parentesi sarà compresa solo da matematici che impazziranno prima dei 40 anni, come Cantor, quindi trascuratela). Diciamo molto semplicemente che i teorici dell'eterno ritorno, o della spirale, mi sono sempre sembrati degli enormi romantici che credono che le cose siano destinate a ripetersi semplicemente perchè "tutto scorre", senza intendere che il "tutto", "scorre", ma non scorre su qualcosa, scorre e basta.
Questa premessa filosofica, molto intricata e che vi sembrerà frutto di un cattivo viaggio sotto effetto di droghe, in realtà nasce da una cattiva condizione di vita. Per vedere il perchè, rimpiccioliamoci come Alberto Angela ed entriamo nel corpo umano del primo capitato, dopo, senza aver ancora una minima idea di dove ci troviamo e che stiamo facendo, ringrandiamoci come Alberto Angela e distruggiamo il corpo ospite; in fine leggiamo alcuni passi della fantastica avventura di come accadde che divenni Re di Spagna:

A quei tempi avevo lasciato il lavoro di superer(r)o(r)e delle stampanti . Un bel giorno, tornato a casa dopo l'ennesima incazzatura sul lavoro, mi ero reso conto che questo non era quello che io stavo attualmente cercando dalla mia vita, e che non avevo nemmeno intenzione di aspettare ulteriormente per ottimizare il mio futuro: non desideravo una carriera in una compagnia di attenzione al cliente, il mio obiettivo attuale era quello di fare piccole eterogenee esperienze che mi avrebbero arricchito nel presente, in vista di fermarmi un giorno, volevo appagare quanto più potevo della sete che avevo del mondo.
Così iniziai a cercare un nuovo lavoro e a vivere di alcune storie affettive più o meno ingarbugliate: c'era di nuovo eterogeneità nella mia esperienza ma non era più interessante come prima. Forse il fatto che Nico se ne era andato, forse che il sole di Aprile non prometteva poi così bene come prometteva a Gennaio.
I nuovi compagni di casa erano gente davvero super interessante, ma mi stavo rendendo conto che un giorno avrei dovuto salutarli, come avevo fatto con Joana, Lars, Kareen... Nico, e questo iniziava a pesarmi; avevo scelto una vita di cambiamenti rapidi e ora ne vedevo anche gli aspetti negativi, benchè non avevo intenzione di tornare alla vita dei cambiamenti lenti, quella vita italiana dove le cose si muovevano in un palcoscenico che conoscevo a memoria.
Come sempre i dubbi facevano da padroni: che lavoro scegliere, quanto fermarsi ancora a Barcellona; il punto era piuttosto semplice: Vuoi fare carriera in psicologia? Cercati un dottorato. Torna in Italia, parli tre lingue fluidamente e sei un dotato naturale di statistica e computer, oltre che psicologo, vuoi che non trovi un Lavoro del Cazzo? Vuoi una fidanzata? niente di più semplice, hai anche diverse opzioni per la prima e, forse, unica volta in vita tua. Vuoi continuare a viaggiare? i soldi che hai ti bastano per ripartire e sistemarti un attimo ovunque; a maggior ragione puoi raggiungere Nico e scoprire il Portogallo, oltre a continuare quel viaggio incantato che avevate deciso di intraprendere insieme.
Ma non so perchè, niente di tutte queste opzioni rispecchiava quello che stavo facendo nella vita: vivere precariamente a Barcelona, con poco entusiasmo nelle storie e nel lavoro, aspettando ancora di essere Re di Spagna. Stavo seguendo su un binario che non era contemplato in nessuna delle mie rotte, e sentivo che la benzina stava finendo. Speravo che l'arrivo dell'estate risvegliasse il mio corpo. Ci speravo sul serio. Nel frattempo avevo ridotto l'uso di cannabis e aumentato le ore di sonno, per rimettermi totalmente in forma mi mancanva solo il kung fu... ma ce l'avevo in piano (quindi non l'avrei fatto, ma mi accontentavo per ora).
E nel frattempo i filosofi nelle orecchie mi parlavano dell'eterno ritorno, dell'impossibilità concreta e reale di un cambiamento; che idiozia, noi, come coscienze storiche, siamo segmenti di infinito, abbastanza limitati anche: perchè avrei dovuto pensare che alla fine di tanto girare ero sempre rimasto lo stesso? Perchè pensare che i problemi ciclicamente si ripresentano da soli? Il fatto è che non si tratta di un ciclo. Il fatto è che io, da 27 anni, non avevo la minima idea di cosa avrei fatto il giorno dopo. Come quando ero partito dall'Italia, ma con meno speranza e più malinconia. Questo ero arrivato a essere, da questo punto partivo in quel momento, senza sapere dove mi sarei mosso. Coerente, consapevole.
Non esiste la necessità di un eterno ritorno: ogni cosa è in perenne mutamento e allo stesso tempo immobile, ma sotto due ottiche diverse. Come direbbe Guccini: son sempre lo stesso, sempre diverso.
Per questo in quel periodo non volevo scrivere nel Blog, perchè ero colmo di contenuti, ma sentivo che le fessure che si aprivano nei miei pensieri, verso gli altri, erano detatte dall'esigenza e non dall'estetica: come una sfera troppo carica di acqua che apre delle crepe dove la sua maglia di rete ha delle debolezze e non dove vorrebbe per far prendere al flusso di acqua il giusto corso. Non potevo ancora parlare agli altri, da una condizione in cui tutto cambiava rapidamente di significato giorno dopo giorno, a volte assumendo significati differenti, a volte tornando sugli stessi, ma non necessariamente: fanculo l'eterno ritorno, il nostro cervello finito non può rappresentare l'infinito e il circolo è il concetto che gli riesce meglio per farsene un immagine, ma non confondiamo l'infinito con il circolo.
Sapevo che sarei cambiato, che continuavo a cambiare molto velocemente e che molto spesso cambiavo in cose in cui non volevo e non cambiavo in cose in cui volevo cambiare. Per questo non credevo all'eterno ritorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

amico, io sono contento che hai ripreso a scrivere nel blog, ma perdona un appunto: quello che fai tu non è '''vivere precariamente''', sarebbe bello, ma non lo è.

Eiaculazione Precoce ha detto...

Interessante blog.. @mosto, infatti! :)