mercoledì 28 febbraio 2007

Gianni Rodari

Piccolo spazio dedicato ai bambini. Ho sempre apprezzato questo grandissimo uomo (non so come definire il suo lavoro senza inquadrarlo in una categoria riduttiva). Si discuteva, sulle pagine strampalate di questo blog, della comunicazione con età diverse dalle nostre: Gianni Rodari per me è sempre stato un esempio di come si possano comunicare, con una forma prettamente semplice, divertente e ben costruita, dei contenuti di alto valore pedagogico.
Allego una delle sue filastrocche, facilmente reperibile sul web, ma invito chiunque a divertirsi un po' nella serena lettura dei sui lavori.

Dopo la pioggia
di Gianni Rodari

Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l'arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le bandiere rosse e blu.
Però lo si vede - questo è il male -
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.

lunedì 26 febbraio 2007

Lettera 11 (Alef 0)

Mi scuso con chi ha frequentato il blog in questi giorni, ma ero via e non ho avevo accesso al web.
Ora si riprende. Allego una piccola e melanconica riflessione di qualche giorno fa.

Ho la pessima sensazione che il silenzio e la confusione non leghino bene insieme.
Guardando fuori dalla finestra, tra il fumo che ha appena parcheggiato sui miei bronchi un po' di malattia, ripenso al fumo che ha appena parcheggiato sulla mia testa un velo più opaco e ostinato.
Oggi, dicono, è caduto il governo: hanno ragione, ma il mio è caduto già da tempo, purtroppo si reggeva sulla fiducia.
Tra poco uscirò a farmi una corsetta fuori, temo il freddo ed il pensiero dell'affanno che proverò, ma sorrido con la consepevolezza che, come sempre, ne usciro più forte.

domenica 18 febbraio 2007

Sinonimi e Contrari

Voglio riportare qui di seguito una mia "poesia" (si fa per dire data l'assenza di metrica) giovanile che era piaciuta molto ad alcuni dei miei amici.
A chi conosce gli ultimi eventi della mia vita, questa poesia potrebbe non sembrare del tutto casuale. Non è così. Quanto scritto non si adatta alla recente chiusura della mia relazione affettiva; la scelta di riportare questo pezzo deriva esclusivamente dal fatto di mettere qualcosa di mio che fosse abbastanza simpatico e leggero da leggere. Niente di eccezionale comunque, personalmente ne preferisco altre che hanno riscosso molto meno successo. Buona lettura,
Andre.


Sinonimi e contrari.

Amore è il giusto sinonimo di tutto ciò che ho dato,
rispetto di tutto ciò che ho avuto,
ma col rispetto, io, mi ci pulisco il culo.

Permanenza è il giusto sinonimo di tutto ciò che ho dato,
volubilità di tutto ciò che ho avuto,
ma col volubile, io, mi ci pulisco il culo.

Certezza: tutto ciò che ho dato.
Perplessità: tutto ciò che ho avuto.
Culo: decisamente pulito.

martedì 13 febbraio 2007

Saggezza post-prandiale.

Anche io avevo circa 20 anni, e mi chiedevo com'era possibile che, dopo solo pochi mesi che mi ero fidanzato con una ragazza, che credevo potesse completare tutta la mia sete di pienezza di vita, avevo ricominciato a guardare in giro ogni possibile partner di una vita diversa, e non solo... ogni occasione che ora mi era preclusa dalla vita, mi sembrava come una perdita di potenziale realizzazione di un ruolo che era mio almeno quanto quello che recitavo ogni giorno. Allora, se questa è la natura del desiderio, dove sta la felicità umana?
Realizzai, tramite la mia meccanica e fredda analisi che ogni scelta me ne avrebbe preclusa qualcuna delle altre; ogni libro letto era tempo tolto alla lettura deglle altre migliaia di libri, ogni film visto erano 100.000 film non visti, ogni lavoro miliardi di me stesso bruciati per altre identità lavorative.
Tanto più: non sempre ero sicuro che le mie scelte potessero compensare tutte le alternative che lasciavo, non sempre erano le migliori. D'improvviso mi accorsi che a fare la differenza non era tanto la qualità di una scelta, ma la capacità di crederci a lungo, di evitare rimpianti, di sentire che in fondo, in fondo, io potevo essere quelle scelte con una buona dose di piacere e che il pensiero di tutte le strade per salire la montagna toglieva solo piacere al percorso. In ogni caso le alternative vanno tenute presente, perchè se si trova un ostacolo lungo il percorso, esse vanno ri-considerate, senza però farlo alla prima salita che si incontra, bisogna pur sempre salire una montagna! Poco dopo trovai su una maglia una frase attribuita al Buddha, che da allora ha sempre accompagnato la mia vita: There is no way to happyness, happyness is the way. Poco fa ero fuori a fumare una sigaretta sul balcone di casa mia, e vedevo uno splendido paesaggio collinare marchigiano, campi marroni intenso accanto a campi verde intenso. In lontananza il San Vicino. Ripensando alla mia ricerca della serenità, pensavo a quanto fosse vero che la gioia non è nello stimolo che colpisce la nostra retina, nè nell'ambiente che ci circonda, ma nella mente che elabora tutto questo. Goethe diceva, grosso modo, che se l'occhio non fosse solare non potrebbe vedere il sole. Così riassumendo tutto, da bravi enzimi, diciamo che la serenità sta nel mantenere un equilibrata passione nelle nostre scelte, che sia presente, costante e duratura.
Questo mi rimanda a due miei aforismi recenti, con cui voglio chiudere:

-Ho capito che da un caffè mi aspetto le stesse cose che mi aspetto da un rapporto: che sia lungo, forte e abbastanza caldo.

-Non riesco a godere di uno splendido paesaggio se esso non sta godendo di me.

... e credimi amico, non è detto che ci si debba lasciar esprimere dalle scelte effettuate, è molto meglio provare ad esprimersi tramite le scelte che faremo e quelle che già abbiamo fatto. A chi vogliamo darla a bere? Siamo molto di più di quello che ci capita di essere, ma per ora limitiamoci a migliorare con criterio quello che ci capita di essere, perchè se siamo di più c'è sempre il margine per farlo.

mercoledì 7 febbraio 2007

Midnight solo

Serata musica e parole.
Io ed un mio amico: io a questa tastiera, che non produce suoni ma sensazioni; Ani alla sua chitarra che non produce suoni, ma sensazioni.
Dalle nostre mani esce la voglia di comunicare, filtrata da una stanchezza che viene dalla giornata lavorativa, una stanchezza di secoli, perchè, come dice Ani, anche la vita è un lavoro.
Come tutti i chitarristi, Ani cerca nelle vibrazioni del suo timpano le vibrazioni del suo pensiero, e continua a provare lo stesso giro, fino alla soddisfazione (che non significa perfezione); io cerco in un giro di parole, l'accordo perfetto tra vocabolario e immaginario, la dissonanza cognitiva, la pausa riflessiva, il significante melodico di un significato stonato.
... e guardo alla mia vita, come ad un nastro adesivo di cui ho perso il capo, continuo a rigirarla sotto il mio sguardo alla ricerca del punto in cui l'ho appena fnita di utilizzare. Dov'è quel piccolo squarcio maledettamente adesivo, appiccicato così bene da non lasciare ogni fessura alla lucida analisi di una mente allenata?
... va pensiero sull'ali dorate, ma mi raccomando, torna a casa presto!

domenica 4 febbraio 2007

Good Morning Mr. Cazzo

Saranno state le 11 e 30 di questa mattina.
Stavo andando a casa mia a Montoro. C'era un sole che scaldava i campi, limpido, di quelli che se sei ottimista dici "Cazzo, che giornata stupenda ai primi di Febbraio!", se sei pessimista dici "Cazzo che inverno caldo, tra 10 anni saremo tutti spacciati". (in ogni caso, vi faccio notare, vengo tirato in discussione)
C'era solo una macchina davanti a me, e nonostante stavo andando ad una velocità timida, se paragonata agli aggressivi ritmi moderni, il signor conducente italiano furbo continuava a rallentare.
Io, che sono signore, conducente e italiano, ma non furbo, soprattutto distratto e confuso dalla giostra di luminosità che girava intorno a quella strada semideserta, ho pensato bene di sorpassare.
Soltanto allora ho capito che il tizio davanti a me rallentava perchè c'erano appostati i carabinieri.
Me la sono cavata con una multa dignitosa, vista l'assurdità della situazione anche gli zelanti tutori dell'ordine non se la sono sentita di infierire.
Dopo la multa ho avuto la possibilità di scambiare con loro qualche bella considerazione sulla situazione di noi giovani in Italia, e siamo rimasti daccordo per un caffè insieme.
Tutto sommato è stato un buon inizio di giornata.

A Benny

Mia sorella ha 10 anni, io 26, eppure insieme ne abbiamo quasi 2000.
Parlo con lei di matematica, dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo, di relazioni e rapporti, numerici e sociali.
Quando è nata ho girato un suo video, la cullavo sulle braccia a pochi mesi, le ho insegnato nuovi giochi e nuovi modi di giocare a quelli vecchi.
Ho visto la sua mente crescere ed i suoi occhi illuminarsi ogni volta che le spiegavo nuovi concetti e che riusciva ad assorbirli, con la sua devastante percezione curiosa, col suo lucido insight.
...ma tra noi lo scambio è sempre stato alla pari.
Mia sorella dice che la cosa più importante che abbiamo è la vita.
Benny ha 10 anni; io 26, ma non so dire di meglio.

Solitudini del Cazzo

Sabato 03/02/07 ; ore 3.35 am

Ero seduto nella mia macchina, stavo fumando una sigaretta ed ascoltando un po' di musica (ora che ci penso l'espressione più adeguata sarebbe: "stavo fumando un po' di sigaretta ed ascoltando la musica"); la mia piccola pausa personale prima di affidarmi, nuovamente, al riavvio del sistema corpo, il faticato riposo.
Ad un tratto, dalle pendici innevate di silenzio di via S. Stefano è sceso uno stormo caotico di gatti; accanto a loro una signora, più vecchia senz'altro nell'aspetto che nell'età. Scendeva a fatica, come un ubriaco che non sa se e dove fermarsi a vomitare. Zoppicava.
Con aria circospetta si è fermata all'altezza della mia macchina, vicino al cancello di una casa abbandonata. Da una borsa di plastica estraeva, con qualche remora, vaschette già preparate con il cibo per i randagi.
Mi sono chiesto se mi avesse notato. No, non si era accorta di me.
Con molta discrezione sono sceso dall'auto e sono andato a casa a dormire.
Io mi ero accorto della sua solitudine, ma lei non si era accorta della mia.
Se avessi sorpreso una coppia nell'atto di fare l'amore sarei stato meno imbarazzato.

giovedì 1 febbraio 2007

L'idealismo sano di Andrea Cazzo

(L'idealismo del Cazzo)
Riflettendo un po' (cosa rara) in questi giorni, sono arrivato alla conclusione che ho conosciuto, per persone ed esperienze della vita, tre tipi di rapporto tra ideali e realtà:

Numero A) Il materialista. Esistono persone che, accettato che la realtà può essere più impraticabile dei propri sogni, decidono di adeguare i propri ideali alla realtà. Essi credono di possedere una folosofia spicciola ma robusta, senz'altro funzionale: in realtà hanno solo abbruttito i loro sogni. Tra le frasi preferite: "Il mondo va così!"

Numero B) L'idealista irrequieto. Questo genere di individuo possiede dentro di sè un ideale forte di perfezione che continua a ricercare in ogni forma ed esperienza. Egli non ama la realtà, tende a modificare, falsificandoli, gli eventi di cui è partecipe, dal rapporto col mondo trae soltanto soddisfazione provvisoria. Ciò che manca è un vero, forte, coinvolgimento con ogni aspetto della propria vita. Si accetta con difficoltà il cambiamento di sè, con troppa facilità si cerca il cambiamento dell'ambiente esterno.

Numero C) L'dealista sano. Questo genere di persone (che un giorno saranno tutti sotto la mia guida alla conquista del mondo) fondano il loro atteggiamento sul riconoscimento della tensione tra i propri sogni e la realtà. Una tensione fastidiosa inizialmente, motivo per il quale si cade facilmente nei comportamenti di tipo A e B. Essi non smettono mai di credere che i sogni, per quanto irrealizzabili, motivano il miglioramento dello stato attuale delle cose. Non pretendono l'ideale, ma come degli enzimi sani in un corpo moribondo, combattono per il trionfo della vita in cui credono.