venerdì 10 agosto 2007

Capitolo IV, In viaggio con un padre minore...

Dopo 3 settimane di vita Barcellonese, alcune cose iniziano a delinearsi come fortemente caratteristiche del nostro viaggio. Ció che andró a raccontare in 18 minunti (prima dello scadere dell'ora di internet che ho pagato) é forse la piú significativa di queste.
Fin dal nostro arrivo a Barcellona, precisamente da quando abbiamo incontrato quelle ragazze italiane sul bus, abbiamo rivelato a moltissime persone che io e Nico siamo fratelli: su un centinaio circa di persone che abbiamo conosciuto, ne ricordo sí e no una che non si é meravigliata (una tizia che secondo me, tra le altre cose, é fortemente malata di testa).
Tutti non riescono a credere che siamo fratelli, ma la cosa interessante non é questa: quando chiediamo di stimare la nostra etá, tutti sostengono con determinazione che Nico é il piú grande dei due e ci attribuiscono mediamente 25 anni (Nico) e 22 anni (io, Re di Spagna). Questa cosa diciamo che accade mediamente 2/3 volte al giorno e non potete immaginare come si incazza ogni volta Nico.
In mezzo alle mie risate e alle mie battute sul fatto che é vecchio, Nico comincia allora a dire che in effetti lui sembra il piú vecchio a causa del fatto che io sono irresponsabile e collone (spagnolizziamolo) all'ennesima potenza: chi mi vede non puó pensare che una persona matura dica e faccia quello che faccio.
Ultimamente, per concludere il discorso, Nico adotta la frase "Che ci vuoi fare, é dura portarsi dietro un -figlio maggiore-".
La veritá é che, dietro lo scherzo, devo molto a Nico: é stato lui a portarmi qua, credendolo opportuno per me... e ha proseguito per tutto il nostro viaggio sempre aiutandomi in ogni minima cosa; ad esempio, sarebbe stato 100 volte piú facile andare in 2 appartamenti divisi, per lui... perché qua se ne trovano solo con 1 posto letto... eppure, ha tirato un po' la cinghia, abbiamo cercato un po' di piú e non mi ha lasciato da solo nella cacca. Quando mi sono finito i soldi (troppo presto!!!), abbiamo iniziato a compartire i suoi come se fosse la cosa piú naturale del mondo (chiaramente i suoi sono calati con la stessa velocitá con cui sono finiti i miei, peró lui ne aveva di piú). Come esempi spero che rendano abbastanza, almeno per chi conosce Nico. Non so quante cose troveró in questo viaggio, ma sono sicuro che probabilmente la piú importante è proprio questa: la possibilitá di vivere un esperienza di vita con mio fratello, con cui condivido la stessa visione "buona-ingenua" del mondo e di poter, un giorno, trovare il nostro legame rafforzato come da sempre necessitava di essere.
Compartire in Spagna é il termine che si usa per "dividere".
Scherzando in molti, specialmente i nostri compagni di piso, ci dicono, los hermanos "compartidores" blancos, perché dividiamo praticamente tutto, perfino il letto su cui portare le ragazze (in realtá il letto sarebbe il mio, visto che Nico dorme tutto il tempo sull'altro e poi quando arriva la sua chica vanno su quello dove dormo io...)...
In una cittá piena di particolaritá come Barcellona la gente si meraviglia di incontrare due fratelli che vivono anche come due amici: non mi sono ancora abituato a questa reazione.

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